Le ossa rotte
rotolano velocemente nel nulla
e si aprono letami di corde e parole.
Un ricordo si muove da lontano
e raggiunge i prati incolti
lasciando ombre incantate.
Chi si sta muovendo nel tempo?
Chi osa spezzare le lance guerriere?
Un corpo solitario penzola dall’alto
e gli uccelli gli gridano tutt’attorno.
Un rumore frastuoso si solleva senza fine
trascinando tegole e macigni
code di gatto e unghie tra i denti,
sospiri e memorie di evidenza.
Ci sono occhi che guardano dentro
e trovano buchi di scatole appiattite
bocche di falco con saliva schiumosa
che scivolano su ammassi di vuoti interni
e di vene corrugate da una lebbra solare.
Qualcuno li aspetta e torna
si gira e si volta
si impianta e si ascolta
si brucia in rami violenti
di folle d’occidente.
Qualcuno esce e qualcuno s’affanna
qualcuno trema e si rompe d’inganno
qualcuno si ferma e dà il via al suono
di quei trapassati che circolano in luoghi di canto
in basso nel là del sempre nascosto
nel cielo più nero del desiderio.
Non restano che piume leggere
passi incantati all’alba
e ragnatele di luci
che si schiudono su muri sbiaditi
e teatri di pena di un volto affogato.